Cambio potenza contatore: difendere i propri diritti

L’elettrificazione

Cambio potenza: difendere i diritti.

Con la progressiva elettrificazione dei consumi, prima o poi vi capiterà di chiedere una disponibilità maggiore di potenza elettrica. Tipicamente su una abitazione media la potenza contrattuale è di 3 kW con il 10% di tolleranza (permesso di sforare del 10%). Quindi la massima richiesta ammissibile in questo esempio sarà di 3,3 kW, pena il distacco temporaneo della fornitura. Il livello di potenza più sensato e tipico potrebbe essere in questo caso 4,5 kW. Comqune in vista della novità sarà necessario far controllare da un professionista l’impianto elettrico per adeguare le protezioni alla nuova potenza.

Ebbene, è abbastanza facile ottenere l’aumento potenza: basta una telefonata o meglio: un messaggio di posta al vostro gestore per ottenere un preventivo di spesa.

Cosa dice l’autorità garante del settore?

I costi dell’operazione sono ben definiti dall’autorità di settore, l’ARERA ed ogni distributore (chi possiede e mantiene le reti elettriche, per esempio E-Distribuzione) e l’operato o impresa di vendita (per es. Enel Energia) deve attenersi a quelle indicazioni.

Una volta visionato il preventivo, potrete confermare e, se disponete del contatore digitale, nel giro di pochi giorni sarà effettivo il nuovo livello di potenza, senza attendere l’uscita di personale. L’addebito avverrà direttamente in bolletta.

Cambio potenza contatore: difendere i propri diritti.

Cambio potenza: difendere i diritti

Qui vi voglio riportare un recente episodio capitato a me in cui ho chiesto appunto un aumento di potenza su una seconda casa. Ebbene, la situazione è proprio quella descritta dove la richiesta è stata di passare da 3 a 4,5 kW. Nel giro di pochi giorni effettivamente è stato eseguito il cambio potenza.

Peccato che dopo più di un mese, alla ricezione della prima bolletta fattura, ho trovato dei costi elevati proprio alle voci cambio potenza.

Dopo aver verificato di nuovo le indicazioni dettate dall’autorità, ho scritto una lettera di reclamo usando la modulistica prevista del gestore e l’ho inviata a mezzo PEC. Ho evidenziato appunto gli elevati costi addebitati e di non aver rispettato quanto previsto dell’autorità.

Alla prima risposta, l’operatore mi scrive che i costi imputati sono corretti come evidenziato dal preventivo e in sostanza si rigetta il reclamo.

Subito dopo scrivo un nuovo reclamo specificando di non aver ricevuto affatto il preventivo di spesa e non c’è stato modo di approvare o meno da parte mia.

Infine, sempre dopo qualche giorno, ricevo una nuova comunicazione via PEC, in cui in sostanza si accoglie il reclamo e mi rimborsano 95 Euro! Dunque si accolgono le mie rimostranze.

Enel Energia reclamo accolto
Enel E reclamo accolto

Da evidenziare

Aspettarsi un preventivo, controllarlo e solo dopo approvarlo.

Non demordere: se qualcosa non torna, non esitare a fare un reclamo scritto (non verbale al call center).

Usare possibilmente comunicazioni PEC per velocizzare e ridurre a zero i costi, il che invoglia a fare reclami. L’indirizzo PEC è obligatorio per tutte le partite iva italiane, se non visibile nelle loro comunicazioni cercatelo in rete o nel registro apposito. In alternative dovrete usare la tradizionale posta raccomandata con relativi costi  e tempi lunghi.

Se non si riceve una risposta soddisfacente tramite reclamo, rivolgersi ad una associazione consumatori. Lì è facile che le aziende fornitrici di servizi ed energia abbiano un tavolo di conciliazione già aperto.

Cambio potenza: difendere i diritti.