Ci risiamo … col fumo di legna

Come ogni anno, in questo periodo autunnale, inizia ad abbassarsi la temperatura ambiente e quindi si riaccendono gli impianti di riscaldamento negli uffici e nelle abitazioni.

Almeno in provincia, dove ci sono meno condomini, sempre più famiglie scelgono di utilizzare la legna come combustibile primario lasciando spente, o parzialmente attive, caldaie a gas oppure a gasolio.  Quando parlo di legna mi riferisco sia ai tronchetti, sia al cippato, sia al pellet.

tronchetti di legna
tronchetti di legna

Il risultato è un notevole incremento dell’inquinamento atmosferico.

Ho già scritto in passato di questo argomento ed il pieghevole Wood Smoke Brochure ITA lo spiega bene. Al di la della miscela tossica di gas e particelle, il pericolo maggiore deriva soprattutto dal particolato sottile generato dalla combustione appunto della biomassa. Bisogna sapere che queste micro-polveri sono in grado di raggiungere i polmoni e da qui il sistema cardiaco minacciando serialmente il nostro organismo.  Come sempre, i più esposti sono i bambini e gli anziani.

Case affumicate
Case affumicate

Lo stesso rischio lo corriamo con le emissioni dei veicoli con motori diesel. Purtroppo non c’è difesa efficace contro questa minaccia: volendo indossarle, non ci sono maschere idonee che possano proteggerci in strada.  Anche gli strumenti fanno fatica a misurarne la quantità nell’aria: le polveri ultrasottili (quelle più pericolose) sembra non si possano proprio misurare!

La casa rappresenta un rifugio, ma le micro-polveri passeranno  in qualche misura anche attraverso le porte e le finestre.  Lascio immaginare cosa respirino le famiglie che si riscaldano con la legna!

Dunque in casa ci dobbiamo difendere dalle emissioni di fumo di legna provenienti dai caminetti e dalle stufe dei nostri vicini.  Penso con un poco di sconforto che anche la famiglia che vive nella casa adiacente lato est ha installato l’estate scorsa una stufa a pellet ed ora siamo praticamente ormai circondati da abitazioni riscaldate a biomassa! Questo vuol dire che aprire le finestre per cambiare aria alle nostre stanze, in realtà ci porterà maggiori inquinanti all’interno dell’abitazione!

Che il fenomeno sia diffuso lo si nota quando si cammina in strada dove si sente forte la puzza di fumo da legna ed è ormai diffuso ovunque per la città. Il fenomeno è ormai noto: Il fumo di legna è pericoloso per la salute e questo e’ ampiamente documentato. Nel 2010, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha inserito il fumo di legna tra i possibili elementi cancerogeni umani.  Anche l’O.M.S. ha ben presente la minaccia e lo descrive in alcuni documenti.

Da queste parti (in Veneto) abbiamo l’aggravante di essere sulla pianura padana dove notoriamente l’aria ristagna e non c’è ricircolo. Quindi respiriamo tutte le emissioni nocive provenienti dal riscaldamento, dal traffico veicolare e dalle industrie vicine e anche lontane.

Motivi questi che ci hanno spinto qualche anno fa a mettere in disuso una bella stufa e cedere la scorta di legna. Non ultimo ad abbattere un comignolo inutilizzato sul tetto perché interferiva con l’esposizione dei nostri pannelli solari. Penso che siamo stati gli unici a farlo nella nostra zona.

Stufa a legna
Stufa a legna

Ora mi chiedo se i nostri sindaci siano informati di questa minaccia.

Ma poniamo che lo siano. Per logica dovrebbero vietare l’uso di biomassa  da riscaldamento nei centri abitati, come d’altronde hanno già fatto in Lombardia e in alcuni altri luoghi. Se non agiscono, allora penso che temano la reazione della gente di fronte ad un simile divieto. Il primo problema da affrontare è la disinformazione. Il secondo è economico. Difatti in questi ultimi anni è tornata in uso la legna per riscaldamento sopratutto per questioni economiche. Dunque in tempi di crisi è normale che si cerchi di superare al meglio la stagione invernale.

L’idea è quella di risparmiare sul combustibile: il gas costa. La legna costa meno. Già è vero. Ma ritengo che ci sia una sovrastima del risparmio ottenibile. Penso allo scarso rendimento dei bruciatori e del sistema di distribuzione del calore in casa, necessariamente limitato perché mancano o sono insufficienti i condotti per l’aria calda.

Si deve tenere conto poi del disagio dovuto all’immagazzinaggio della legna o pellet (tempo/fatica e spazio), alla maggiore manutenzione della caldaia/stufa e della canna fumaria, oltre a quella già presente (caldaia a gas tradizionale).

Pellets
Pellets

Penso che queste stufe e caminetti a biomassa dovrebbero essere certificati e dotati di libretto di manutenzione. Cioè, questo era l’intendimento della nostra provincia tempo fa. Sarebbe stata una buona cosa. Ma poi, non se ne è fatto nulla.

Quanto costa alla collettività la cura delle malattie provocate dall’inquinamento interno ed esterno? Purtroppo moltissimo, ma è come per le sigarette, le automobili, ecc… Lo Stato incamera le imposte relative ai combustibili, ai tabacchi, all’alcol, ma poi non si rende conto che deve spenderne molto di più sulla sanità per curarne gli effetti nocivi di quei prodotti.

Alla fine dico: non sarebbe preferibile investire sull’isolamento termico dell’abitazione e riscaldare quel tanto che basta con bruciatori a gas o, meglio, a pompa di calore? L’energia rinnovabile come il Sole aiuta pure. Questo senza rischiare sulla salute anche in casa!

Meditate gente!

7 Risposte a “Ci risiamo … col fumo di legna”

  1. Scrivo dalla pianura lombarda dove il divieto é in vigore da diversi anni ma tutti (cittadini, istituzioni, forze dell’ordine) se ne fregano e l’aria è irrespirabile. I miei vicini tra l’altro sono anche un po “malati” perché accendono il caminetto già a metà settembre (con una temperatura esterna maggiore di 25 gradi) e non lo spengono fino alla fine di giugno. Mi sono attrezzato con costosissimi dispositivi di microfiltrazione per l’aria interna all’abitazione ma questi spesso non sono sufficienti. Mi chiedo quante persone dovranno morire prima che la popolazione si renda conto della gravità del problema (a Londra la sensibilità della popolazione mutò dopo che a causa dell’inquinamento da combustione di legna e carbone morirono più di 50.000 persone in sole due settimane). Speriamo di non dover arrivare a tanto.

  2. Ciao,
    Vivo a Portogruaro e negli ultimi anni l’aria è irrespirabile a causa dei fumi prodotti dalla combustione della legna e altre biomasse nelle abitazioni. Non esistono controlli e nelle case viene bruciato di tutto! In ogni caso anche la combustione del la sola legna sta causando un inquinamento pesante da settembre a giugno! Se apro le finestre i vestiti che indosso si impregnato di fumo, i muri in casa sono ammuffiti x l’impossibilità di armeggiare l’aria è insopportabile ed irritante tutte le ore del giorno e della notte.
    Le segnalazioni ad arpav e comune sono risultate inutili intanto mi trovo costretta ad assumere farmaci di continuo x le irritazioni a naso gola e bronchi.
    Mi chiedo cosa sia possibile fare.
    Condivido appieno le tue riflessioni ma non riesco ad accettare questa criminale indifferenza da parte delle istituzioni e il comportamento incivile di chi tiene caminetti e stufe accesi tutto il giorno e anche la notte addirittura fino a giugno con oltre 20 gradi.
    Intanto si perfezionano a livello legislativo restrizioni e controlli per gli impianti a metano che per il momento sono la soluzione meno inquinante e non di poco ma in proporzioneolto significativa. Tanto è facile quantificare il metano conbusto non altrettanto facile ma a mio avviso dovrebbe essere un obbligo misurare la biomassabrucuata e l’inquinamento che produce.
    Grazie e spero che sempre più persone riescano a capire e condividete l’enorme danno ambientale che la nostra società sta compiendo minando alla salute di tutti noi.

    1. Ciao Patrizia, la combustione delle biomasse dovrebbe essere vietata nei centri urbani e regolata come, anzi molto di più di quanto non sia appunto, il riscaldamento a gas con orari e periodo di funzionamento. Purtroppo tra quelli che soffrono di più ci sono le persone come te che devono anche assumere medicinali per difendersi dai veleni. Servirebbe un movimento popolare a supporto di iniziative legislative. Forse c’è già. Per esempio il M5S si dà un gran da fare anche su questo fronte. Proverei a contattare qualche rappresentante qui in Veneto. Buona fortuna!

  3. Si concretizza sempre più la società del grande fratello (ovviamente quello di Orwell) dove dopo l’irrisione dell’umanità originale, la demonizzazione di piante come basilico e pomondoro, la distruzione dello strato d’ozono causato dai peti delle pericolosissime mucche, ci vuole adesso, e ne sentivamo la mancanza, l’eliminazione per decreto del caminetto a legna. Forse dovremo aspettare, ahimè, la fine dei tempi per vedervi inibiti dalle vostre stesse parole.

    1. Prova a respirare quello che respiriamo noi giorno e notte tutti i giorni da settembre a giugno…prova ad avere crisi respiratorie x il fumo inalato che entra appena apri la porta…e poi ne riparliamo…ti posso assicurare che è un inferno!!! Perché non stiamo parlando di un’ora di caminetto il giorno di Natale ma stiamo parlando di legna e materiali vari bruciati tutto il giorno anche di notte e tutti i giorni dove l’ aria non si muove e dove non piove x due mesi…questo dovresti provare prima di esprimere giudizi affrettati.
      Grazie

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