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Smog: quanto sporco sei?
È ormai diventata una consuetudine per me monitorare lo stato dell’aria esterna (outdoor) nell’area dove vivo. La qualità dell’aria interna (indoor) l’ho già analizzata e ne conosco le caratteristiche, basta rileggere questo vecchio articolo.
L’interesse è per la salute delle persone, ma soprattutto della mia famiglia. Infine la voglia di conoscere la situazione esiste per poter studiare delle proposte per agevolare un miglioramento, se possibile.
Ebbene ci sono diversi periodi dell’anno in cui l’aria è cattiva, specialmente durante l’inverno quando (semplificando) il terreno freddo favorisce la permanenza al suolo degli inquinanti. Inoltre ci sono accesi i riscaldamenti delle abitazioni. Ciò è particolarmente vero dove si brucia biomassa legnosa. Secondo i dati raccolti da più fonti autorevoli, questa voce vale il 35-40 % dell’inquinamento complessivo.
Il traffico veicolare, specialmente con motorizzazione diesel (trasporto merci e mobilità personale) contribuisce per un altro 30-35%.
La restante parte ce la mette l’industria.
Il clima del periodo autunnale – invernale è spesso umido agevolando il fenomeno delle nebbie. Ed ecco che le due situazioni si combinano ottenendo il fenomeno delle Smog (Smoke + Fog) . Dunque non è solo umidità, attenzione!
Pertanto, specialmente sulla pianura Padana, la popolazione è immersa in un fluido maleodorante e nocivo. Ma quanto e fino a che punto dobbiamo preoccuparci?
Gli inquinanti da tenere sotto osservazione localmente per la salute sono: il particolato ultrasottile (PM 2.5), gli ossidi di Azoto (NOx) e nella bella stagione l’Ozono. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità essi sono tutti inquinanti cancerogeni.
Situazione a fine gennaio 2018 a Portogruaro (VE)
Ecco per esempio la fotografia della situazione a Portogruaro (VE) di un recente picco di valori di particolato ultrasottile (PM2.5) registrato dalle centraline dell’ARPAV e da quella personale installata davanti casa mia che include il particolato sottile (PM10).
Andamento nelle 48 ore. Da notare il valore limite di 50 microgrammi per metro cubo di aria superato ampiamente.
Ecco i dati registrati nello stesso periodo dalla centralina davanti alla mia abitazione negli stessi giorni:
Qui sotto i dati delle 24 ore precedenti :
Ed ecco uno sguardo più allargato dove si può apprezzare la vastità dell’inquinamento da particolato sottile e ultrasottile, dal punto di vista della rete civica di centraline simili (ancora scarsa la diffusione in Italia).
Qui sotto la centralina domestica:
In conclusione
Ora che siamo a conoscenza della qualità dell’aria circostante, cosa si può fare di fronte ad una simile situazione?
In effetti direttamente e subito poco si può fare. Per esempio, conoscendo i valori di inquinamento da particolato uno potrebbe limitarsi nell’uscire. Però, quando si hanno impegni familiari, come: i figli che vanno a scuola a piedi, i cani da portare a spasso, la spesa da fare al mercatino rionale raggiungibile a piedi, difficilmente questi si possono spostare. Anche andare in bicicletta può essere un problema, dove si aggiunge l’inquinamento dal traffico, quindi con l’aggiunta di Ossidi di Azoto (NOx) provenienti dai numerosi veicoli diesel, autobus compresi.
Si potrebbe al massimo limitare il tempo di esposizione rimanendo fuori all’aria aperta il meno possibile. Ma è solo questa l’azione di contrasto?
Ragionevolmente, si potrebbe coinvolgere altri cittadini sensibili al problema e provare a creare un gruppo di pressione che rappresenti la questione all’amministrazione cittadina.
Possibili rimedi
C’è chi propone di realizzare tetti verdi sugli edifici e barriere verdi lungo le strade, cioè strutture verticali coperte da specie vegetali sempre verdi come l’edera o la fotinia. Infatti, svariati studi, dimostrano come l’utilizzo di queste tecniche contrastino l’inquinamento atmosferico. Personalmente sono molto d’accordo.
Una volta che i cittadini sono diventati consapevoli del problema e del rischio per la salute che si corre, bisogna spiegare o ricordare agli amministratori un po’ di cose sullo smog e sull’inquinamento.
Oltre alle soluzioni innovative del verde sui tetti e lungo le strade qui sopra mostrate, serve ridurre o eliminare le emissioni da combustione di biomassa nei centri urbani, salvo che non si utilizzino bruciatori ad alta efficienza e basse emissioni certificati. Di solito qui il problema è riuscire a controllare e sanzionare i contravventori.
Inoltre bisogna limitare l’uso di veicoli a combustione, soprattutto con la motorizzazione diesel. Va da se che bisogna agevolare invece i veicoli a basse o zero emissioni, come i veicoli a gas ed elettrici a batteria. Incentivare l’uso di velocipedi anche realizzando e completando le vie ciclabili. Potenziare il trasporto pubblico (ma con bus a basse emissioni).
Cosa altro?